03 maggio 2010
"Ma cos'è questa crisi?" (para para pà-pa pà-pa)
Ma... cos'è questa crisi?
"Chi ce l'ha li metta fuori, circolare miei signori, e chissà che la crisi finirà, pararà pararà..." cantava Rodolfo De Angelis nella sua deliziosa canzone del 1933... Un po' quello che abbiamo sentito dire - molto più rozzamente - da 2 panciuti negozianti all'indirizzo di ignari turisti stranieri ("Tirè fora ea grana!"... "Finesse" oblige.. ma un po' di umorismo in tempi di crisi non guasta, come insegnava De Angelis. E allora, eccovi un sorriso... condito da qualche suggerimento :)
Val la pena di chiedersi chi sia stato Rodolfo De Angelis, pseudonimo di Rodolfo Tonino.... Un vero artista! (da Wikipedia): nato a Napoli nel 1893 e morto a Milano nel 1965, è stato un attore, cantautore, poeta, pianista, compositore e pittore, autore di canzoni ed esponente di rilievo del teatro di varietà. Gli esordi avvennero nei primi anni dieci nell'ambiente del caffè-concerto, con successo.
Avvicinatosi al Futurismo, nel 1921 collaborò con Filippo Tommaso Marinetti alla redazione del manifesto del Teatro della Sorpresa (11 ottobre) e costituì dapprima la Compagnia del Teatro della Sorpresa Rodolfo De Angelis, che debuttò al Teatro Mercadante di Napoli quello stesso anno, poi, l'anno successivo, il Nuovo Teatro Futurista, che fra l'altro si avvalse, per le scenografie, della collaborazione di Fortunato Depero ed Enrico Prampolini e per la musica di Silvio Mix e Franco Casavola. Con Marinetti, Francesco Cangiullo ed altri poeti futuristi scrisse alcune sintesi che la sua compagnia portò sulle scene di varie città italiane destando ovunque reazioni accese.
Lasciate le scene nel 1924, continuò a scrivere canzoni, sia come compositore che come autore dei testi, e nel 1929 fondò la casa editrice Dea per pubblicare il suo stesso repertorio. Fra le sue canzoni, la più nota è senz'altro "Ma cos'è questa crisi?" del 1933. Come drammaturgo, oltre alle sintesi futuriste degli anni venti, De Angelis scrisse varie commedie. (...)
A Rodolfo De Angelis si deve l'iniziativa che ha portato alla costituzione della Discoteca di Stato. Fra il 1924 e il 1925 egli incise su disco le voci di generali della Prima Guerra Mondiale, di uomini di stato, di scrittori e poeti, per costituire una raccolta discografica intitolata La parola dei grandi. Nel 1927 cedette il materiale sonoro da lui raccolto all'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra che si impegnò a costituire la Discoteca di Stato, istituita l'anno seguente a Roma.
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