Le parole non sono sempre il miglior mezzo di comunicazione. Angelo De Boni suggerisce lo spessore della luce attraverso il bianco e il silenzio come forma rarefatta di dialogo. Come scrive Claudio Olivieri "la pittura sa fare tesoro del meno, del mancante. E' sorella dei miti che dai sogni seppero creare il mondo". Con l'ombra, la pittura restituisce il corpo. Sensazioni, vissuti e incontri si materializzano in ombre che sono la memoria dell'oggetto e la sua trasfigurazione. Sulla tela rimane ancora un piccolo quadrato di materia che rappresenta l'uomo in dialogo con queste ombre. La composizione minimale e geometric azzarda delle traiettorie, delle linee guida per accorciare le distanze. Il monocromo è un tentativo estremo di controllo razionale di tutte le componenti fondamentali dell'operare artistico: la forma, il segno, il colore. Contrariamente a quanto si pensa esso è comunemente un punto di partenza, non di arrivo. De Boni ha varcato la soglia del monocromo per instaurare una comunicazione metalinguistica con lo spettatore. Speriamo, nell'assordante multiformità di rumori che ci circondano, di saper percepire questo suono (da un testo di Valeria Vaccari)
Finissage con l'artista: domenica 29 giugno 2008 dalle ore 11.30
16 giugno 2008
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