Ospite della rassegna di mostre “ART@Hilton” curata da Giudecca 795 Art Gallery, la pittrice Françoise Calcagno presenta opere materiche ed evocative, in cui il protagonista è il colore, ma non solo. Infatti oltre ad esporre opere con grandi campiture di colore, presenta dei lavori in cui gioca con immagini di Venezia, luoghi per lei significativi e a lei cari, in cui vive, come ad esempio il Ghetto Ebraico. La fotografia si unisce qui alla pittura astratta, ridando vita a ricordi ed atmosfere senza una vera collocazione temporale: quella di Françoise Calcagno è una pittura vibrante dalla quale emergono segni, merletti, immagini scoperte in un cassetto dimenticato della memoria.
“Queste opere fanno parte di un ciclo di quadri - spiega Françoise - caratterizzati da grandi campiture di colore spesso limitate da una fascia nera che a volte colloco sul margine superiore, altre volte ai lati della tela. Il nero crea un limite che dà più forza al colore permettendogli di espandersi nei lati rimasti aperti. La tela, la materia, il colore sono “luogo”, spazio fisico, territorio con dei confini e degli spazi, ma il colore abbraccia, include, compenetra e penetra chi guarda, supera i limiti. La tela dipinta è parte della vita, niente di ciò che si vede è simbolo, tutto è segno, traccia, mappa in cui si può entrare. Nel mio lavoro cerco di lasciare una traccia del tempo, metto in evidenza la mutevolezza, l’instabilità, il valore anche della perdita, creando strati di colore e materia che in parte celano, in parte svelano ciò che è sotto, traiettorie invisibili, relazioni: da un lato questi segni sono la mia impronta, il mio appropriarmi dello spazio del supporto, dall’altro i segni rappresentano l’invisibile, i rapporti tra le cose, i legami e le distanze, la struttura che sostiene”.